sabato 6 febbraio 2016

IL SEMINATORE



                                                                                                   IL SEMINATORE .

Una delle più belle parabole di Gesù che ci vengono raccontate dagli evangeli si trova scritto in Matteo 13:1,9 dove leggiamo..       “Ora in quello stesso giorno Gesù uscito di casa,si pose a sedere presso il mare.

E grandi folle si radunarono intorno a Lui, cosi  egli,salito su una barca,si pose a sedere,e tutta la folla stava in piedi sulla riva.

Ed egli rispose loro molte cose in parabole,dicendo:

<Ecco,un seminatore uscì a seminare.

Mentre seminava,una parte del seme cadde lungo la strada;e gli uccelli vennero e la mangiarono.

E un’altra cadde in luoghi rocciosi,dove non c’era molta terra,e subito germogliò,perché il terreno non era profondo:

ma,levatosi il sole,fu riarsa e,dato che non aveva radice,si seccò.

E un’altra cadde tra le spine,e le spine crebbero e la soffocarono.

E un’altra cadde in buona terra e portò frutto dando,chi il cento,chi il sessanta,e chi il trenta per uno.

Chi ha orecchi da udire,oda!>

 

Questa parabola mi ha sempre    affascinato per la sua grazia e semplicità del contesto e mi commuovo ogni volta che la rileggo e immagino questo seminatore che Gesù ha preso a esempio che semina ma incontra dei problemi al suo raccolto.

Una parabola che  descrive  la semina della parola di Dio nel cuore dell’uomo e come egli la riceve.

Un seme che può germogliare e dare i suoi frutti oppure morire a seconda il cuore che la riceve.

Oggi sappiamo che la semina nei campi non avviene più come si faceva una volta con il contadino che si alzava all’alba e dopo avere vangato con la zappa il terreno  a volte molte volte duro e arido ,incomincia la semina  del suo campo e per tutto il giorno semina senza stancarsi mai , fino a che si face sera.

Oggi i macchinari hanno preso il posto della vanga,e  il lavoro dei campi non e più cosi duro come una volta,la tecnologia c ci e venuto incontro con i suoi mezzi.

 

Ma immaginiamo il contesto di quel periodo in cui Gesù ci racconta questa bella parabola.

Il contadino,una figura semplice e umile  sicuramente di poca cultura che non sapeva leggere ne scrivere e che tutto il suo mondo era il campo che coltivava, il Signore lo usa per la sua parabola,

Quest’uomo si alza a alle prime luce dell’alba, si prepara un tozzo di il pane e formaggio nella sua sacca e va per i campi con la sua semina,e dopo avere seminato il terreno vangato con il suo sudore,spera e prega che la terra gli porti un buon frutto del suo lavoro:sperando  e pregando !

Ma non è così

Succede qualcosa di imprevisto,qualcosa che turba il cuore del seminatore,e lo lascia rattristato!

Tutto il lavoro di un anno di fatica sta per essere vanificato!

La sua schiena si e rotta per la fatica del zappare la dura terra,le sue mani si erano incallite per il duro lavoro e adesso stava  per accadere qualcosa  che stava mandando a monte il suo lavoro!

Quello che non si sarebbe mai augurato,la semina non dava i frutti sperati!

Ecco, la prima semina, quella più fresca dove ancora le forze sono forte,e la mano sicura,lo sguardo fermo davanti a lui nei solchi scavati ,proprio quella semina stava  per essere mangiata dagli uccelli!

Grossi corvi neri E  in gran numero si  radunarono sugli alberi è poi via giù in picchiata sui semi che il contadino aveva seminato,e uno dietro l’altro li mangiarono tutti!

Inutile il da farsi del  bravo contadino che cercava di mandare  via gli uccellaci,erano troppi,

 e il campo era così vasto! non ce l’avrebbe mai fatta a mandarli via tutti !

Non restava che rassegnarsi e guardare con tristezza  quella semina perduta per sempre!

Uccelli neri,come spiriti del mondo che mangiano nei cuori il seme della parola di Dio.

Ma il contadino non si scoraggia, sa che quello è il suo lavoro  con i pro e i contro e che può essere pieno di imprevisti,!

La sua tempra è forte e decide di seminare ancora il suo campo ma questa volta non più dove ci sono gli uccellacci neri, ma in un campo più sicuro ,lontano dalla loro vista!

 Nei terreno rocciosi dove gli uccelli non vanno volentieri!

E cosi fece!

Ma poverino non sapeva che il terreno roccioso non aveva molta terra !

ma che importava,gli uccellaci neri li non sarebbero mai andati lì!

E infatti il seme subito germogliò per  la gioia del contadino!

 Adesso si ! quel terreno  era  germogliato bello e subito e  presto avrebbe portato dei buoni frutti !

Ma il giorno dopo, come il sole si alzò  fu riarsa e poichè non aveva molto radice si seccò.!

Chiunque di noi al suo posto il minimo che  avremmo  fatto è cambiare mestiere!

 Fare Il contadino non era proprio un lavoro facile, tanta fatica per niente!

Ma non così il nostro contadino della parabola,lui non conosce ostacoli e che fa?

Ma naturalmente semina di nuovo!

L’ esperienza dei suoi due precedenti   fallimenti lo avrebbe aiutato e questa volta non sarebbe caduto più negli  stessi errori !

 

E via di nuovo a seminare,non più in un campo libero per la gioia degli uccelli , e nemmeno sui luoghi rocciosi, dove la poca terra non faceva mettere radici e la semina si seccava al primo sorgere del sole!

No ,Questa volta sapeva lui che cosa fare!

Seminare tra le spine!

Lì  gli uccelli non sarebbero mai potuto andare!

la terra era umida e profonda e i rovi avrebbero fatto ombra ai raggi del sole ,e cosi il nostro bravo e intrepido contadino seminò tra le spine,ma purtroppo per lui ,le spine crebbero e soffocarono  la buona semenza!

E adesso direte voi?

Sicuramente preso dallo scoraggiamento questo bravo seminatore andò  via portandosi   baracche e burattini!

Ma  non fu cosi!

Lui  era calabrese,e si sa che i calabresi hanno la testa dura!

E semina di nuovo ,non più in un   campo aperto dove gli uccellacci neri mangiavano la semenza,non più tra le rocce dove le poche radici facevano seccare tutto,non più tra le spine che sembravano  delle piovre  intorno alla sua semenza, ma nel   piccolo campo di suo nonno Alberto che glielo aveva lasciato in eredità!
Lì  c’era della buona terra!

 Il nonno glielo diceva sempre quando lui era piccolo, che quella era una buona terra!

Ma lui da bravo Calabrese   voleva fare di testa sua, non aveva curato per niente il campo del nonno alla sua morte,  e si era occupato invece del suo bravo orticello, ma purtroppo per lui con scarsi risultati,,ma sapeva che quando il nonno era vivo e curava il suo terreno con amore ,gli portava sempre si dei buoni frutti che lui molte volte mangiava dal cesto che gli portava pieno di frutti saporiti .,

Si ,avrebbe  seminato nel campetto del nonno,  sulla buona terra, e cosi fece!

 E  il seme  crebbe e portò dei buoni frutti saporiti mele ,pere ,fichi e   pesche dai profumi che riempivano l’aria  ,dai colori vivaci che sembrava un quadro d’autore

Si la buona terra aveva ricevuto il buon seme e aveva portato dei buoni frutti.

Così e per la Parola di Dio, il cuore che la riceve e come la terra del seminatore della parabola,14 Il seminatore semina la parola. 15 Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la parola; ma quando l'ascoltano, subito viene satana, e porta via la parola seminata in loro.

 16 Similmente quelli che ricevono il seme sulle pietre sono coloro che, quando ascoltano la parola, subito l'accolgono con gioia, 17 ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della parola, subito si abbattono. 1

Altri sono quelli che ricevono il seme tra le spine: sono coloro che hanno ascoltato la parola, 19 ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e l'inganno della ricchezza e tutte le altre bramosie, soffocano la parola e questa rimane senza frutto. 2

Quelli poi che ricevono il seme su un terreno buono, sono coloro che ascoltano la parola, l'accolgono e portano frutto nella misura chi del trenta, chi del sessanta, chi del cento per uno».

a.s.


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