giovedì 14 aprile 2016


Tobia, il contadino.

Una delle più belle parabole di Gesù che ci vengono raccontate dagli evangeli si trova scritto in

 Matteo 13:1,9 dove leggiamo:     

<<Ecco, un seminatore uscì a seminare.

Mentre seminava, una parte del seme cadde lungo la strada ; e gli uccelli vennero e la mangiarono.

E un’altra cadde in luoghi rocciosi, dove non c’era molta terra, e subito germogliò, perché il terreno non era profondo:

ma, levatosi il sole, fu riarsa e, dato che non aveva radice, si seccò.

E un’altra cadde tra le spine, e le spine crebbero e la soffocarono.

E un’altra cadde in buona terra e portò frutto dando, chi il cento, chi il sessanta ,e chi il trenta per uno.


                                                      --------------

ll contadino Tobia, viveva in una piccola casetta di campagna, situata su una piccola collinetta tutta verdeggiante,
Non era molto grande la casa di Tobia, ma lui ci viveva bene, era solo e stava insieme alle sue galline, alla sue caprette, pulcini e maialini, e a lui bastava!
<<Chicchirichì… Chicchirichì….>> cantava il Gallo Pepito dando la sveglia a tutti quella mattina, e tutte le mattine era sempre la solita storia!
Il pollaio dove c’era Pepito era separata da una staccionata da un altro cortile, dove c’erano le caprette e i maialini.
Appollaiato sulla staccionata del cortile in una posa superba con la sua criniera lucida e colorata, il gallo Pepito non era un semplice gallo, ma un vero  re del suo pollaio!
E tutte le galline gli giravano intorno!

Quando camminava Pepito, sembrava che danzava, e quando cantava la mattina sembrava un trombettiere dei bersaglieri!
E nella sua casa Tobia,  il nostro amico contadino ,si alzò al terzo canto di Chicchirichì di Pepito, alle prime luce del giorno appena fatto.
Tobia andò nel pollaio a prendere le uova fresche per farsi una  bella frittatina, non prima di andarsi a lavare  la faccia nella bacinella che aveva nel cortile,
<<Brrrrr.. >> com’era  fredda quell’acqua di prima mattina!
E ogni mattina per Tobia era un’avventura lavarsi con quell’acqua fredda, ma il contadino Tobia era povero e non aveva l'acqua calda in casa!
E così dopo che ha fatto colazione con una frittatina e una buona tazza di latte caldo preso dalla sua mucca Carolina della sua stalla, Tobia si prepara per andare nei campi a seminare.
.Quella era una giornata particolarmente dura per Tobia, il nostro contadino.
Doveva andare a seminare il campo in un terreno arido e duro,  sarebbe stata una bella fatica e anche piena di imprevisti!
Tobia si prende un pezzo di pane che aveva fatta il giorno prima nel suo forno situato nel cortile,  un poco di pancetta dal profumo irresistibile, se li mette nella sacca a tracolla, senza dimenticare un buon fiaschetto di buon vino della sua vigna, e dopo avere preso i semi, andò per i campi a seminare.
Ma non sarebbe stata una giornata facile per il povero Tobia!
Proprio no!
Perché, lì vicino al suo campo, su un albero di Abete, si erano dati appuntamento la banda dei “Corvi Neri”, per mangiare la semina che Tobia avrebbe seminato nel suo campo!
Il loro capo “Orvic” della Jugoslavia ,era un corvaccio tutto nero con degli anelli al becco e una fascia sulla testa che gli dava un’aria più cattiva ancora!
E quel giorno  “Orvic “ e la sua banda di “corvi neri” erano pronti per dare seri problemi al contadini Tobia!
“Orvic” se ne stava su un ramo dell’albero il più alto di tutti gli uccellacci neri!
Voleva avere una visuale di tutto il campo di Tobia, e comunque dimostrare a tutti i corvi ,che lui era il capo indiscusso, e i suoi ordini non ammettevano repliche!
“Orvic” era pronto a sferrare l’attacco con i suoi seguaci corvi ,ai semi di Tobia!
“Orvic” prende la parola e parla ai suoi uomini ,o meglio alle sue cornacchie, e dice:
<<conoscete tutti   il nostro piano dell’operazione “semi mangiati”..>>
<<non voglio errori, o lisciamenti di piume! >>
<<appena il contadino Tobia semina il grano, voi senza perdere tempo, andate tutti giù in picchiata in formazione di sei per volta, prendete i semi sul campo che ha seminato  e li mangiate tutti senza lasciarne nemmeno uno!>>
<<poi l’altra squadra ,guidata da “corvo black” che nel frattempo si mette in posizione sul terzo ramo, si butta sui semi rimanenti e li porta qui, intesi corvi neri?>>
<<Siiiiii>> risposero tutti in coro gracchiando i corvi !
E  così fecero!
Appena il povero contadino seminava nella terra vangata con tanto sudore, loro i corvacci neri, tutti in formazione aerea da combattimento , giù in picchiata sui semi che Tobia aveva seminato con tanto sudore e li mangiarono tutti!
Inutile tutto il da farsi dello sfortunato contadino Tobia che cercava di mandare  via gli uccellacci neri!
Erano troppi, e il campo era così vasto!
 Non ce l’avrebbe mai fatta a mandarli via tutti quanti!
Non restava che rassegnarsi e guardare con tristezza quella semina perduta per sempre!

Povero Tobia!
Tanta fatica per niente!
Ma il nostro amico contadino non si scoraggia!
Conosce il suo lavoro,e sa  come può essere pieno di imprevisti!
A volte la pioggia che non cade da mesi e il terreno è arido.
A volte di pioggia ne cade troppo è il campo diventa una palude!
Altre volte il sole fa seccare i germogli troppo presto, e brucia tutto il raccolto!
Insomma il mestiere del contadino non è dei più semplici|
Ma Tobia ha una idea!
La sua tempra è forte e decide di seminare ancora nel suo campo!
Ma questa volta non più dove ci sono gli uccellacci neri, ma in un campo più sicuro e lontano dalla loro vista!
Nel terreno roccioso dove gli uccelli non vanno volentieri|
Ma Tobia non sapeva che le “rocce”del suo campo erano in preallarme!
Avevano saputo da una soffiata, che il contadino sarebbe andato da loro a seminare, e studiarono un piano di difesa!
Il capo “Roccia Dura” tenne una assemblea straordinaria di tutte le pietre del campo, che in gran numero andarono alla riunione del loro capo!
E “Roccia Dura” disse:
<<Amici rocciosi, oggi e un gran giorno per noi! >>
<<quell’antipatico di Tobia , che non si è mai curato di noi, lasciandoci tra le erbacce, sotto le intemperie, al caldo, al freddo, sotto la neve, sta per venire dalle nostre parte per seminare vicino a noi!>>
<<ma noi non glielo permetteremo mai!>>
.<<Si!.. Bravo!.. via Tobia dal nostro territorio!.. abbasso il contadino Tobia!.. via dal nostro campo!..>>
così gridavano le rocce!
E il povero Tobia, non sapendo quello che lo aspettava, andò a seminare vicino alla rocce, ma poverino,  il terreno roccioso non aveva molta terra,e i semi non presero radici!
E c’era una congiura contro di lui!
Ma che importava, gli uccellaci neri in quel posto non sarebbero mai andati!
E infatti il seme subito germogliò per la gioia del nostro contadino!
 Adesso si che quel terreno era  germogliato come voleva lui!
Bello e rigoglioso, e  presto avrebbe portato dei buoni frutti !
Ma il giorno dopo, come il sole si alzò, fu riarsa e poichè non aveva molto radice si seccò!
La ” banda delle rocce” festeggiò fino a sera per la vittoria avuta sul contadino Tobia!
Chiunque di noi al suo posto, il minimo che avremmo fatto è cambiare mestiere!
 Fare Il contadino non era proprio un lavoro facile, tanta fatica per niente!
Ma non così il nostro contadino della parabola!
 Lui non conosce ostacoli e che fa?
Ma naturalmente semina di nuovo!
L’esperienza dei suoi due precedenti   fallimenti lo avrebbe aiutato è questa volta non sarebbe caduto più negli stessi errori!
E via di nuovo a seminare, non più in un campo libero per la gioia degli uccellacci neri, e nemmeno sui luoghi rocciosi, dove la poca terra non faceva mettere radici e la semina si seccava al primo sorgere del sole!
No, questa volta il contadino Tobia sapeva bene cosa fare!
Seminare tra le spine!
Lì, in quel posto gli uccelli neri non sarebbero mai potuto andare!
E nemmeno c’era la” banda delle rocce” ,quello non era un posto per loro!
Ma le spine, con una loro spina, anzi,, con una loro spia, seppero dell’intenzione di Tobia di andare a seminare tra loro ,e c’era un gran fermento tra i roveti!
Il loro leader “Spinoso Pungente”, era molto arrabbiato per questo fatto!
Come si permetteva Tobia di andare a seminare nei loro spazio?
Prima, aveva avuto l’idea di seminare in un campo aperto ma aveva avuto la batosta dagli uccelli , "i corvi neri", guidati dal loro capo "Orvic"che mangiarono tutta la sua semenza!
Poi aveva avuto l’impudenza di andare nel campo della “banda dei Rocciosi” e anche lì ne era uscito alquanto malconcio con la sua semenza che ha fatto una brutta fine!
E adesso aveva il coraggio di andare a seminare tra i loro spazi spinosi, dove nessuno mai era andato senza uscirne punto e dolorante!
Ma le spine,al caro Tobia, glielo avrebbero fatto capire loro,di quale pasta erano fatti e  di cosa erano capaci!
Ancora non conoscevano quando erano puntigliosi e pungenti, quando si trattava di difendere il loro territorio!
E come Tobia seminò di nuovo, le spine crebbero e tutti insieme come un solo uomo, o meglio, come una sola spina, soffocano la semenza del povero contadino!

Erano tanti e bene organizzati,con le loro spine che sembravano lance di soldati schierati in battaglia, e non diedero scampo alla povera semenza di Tobia, che circondata dalle spine, morì!
Una grande vittoria ebbero le spine quel giorno, e tutti i roveti festeggiarono fino all’alba!
E adesso, direte voi?
Sicuramente preso dallo scoraggiamento questo bravo seminatore andò via portandosi   dietro baracche e burattini!
Ma non fu cosi!
Lui era un contadino dalla testa dura, e non si abbattè per cosi poco!
E semina di nuovo!
Non più in un   campo aperto dove gli uccellacci neri mangiano la buona semenza, non più tra le rocce, dove le poche radici facevano seccare tutto,
non più tra le spine ,che sembravano  delle piovre  intorno alla sua semenza!
Ma nel   piccolo campo di suo nonno Alberto, che glielo aveva lasciato in eredità,
quando lui morì!
Lì c’era della buona terra!
 Il nonno glielo diceva sempre, quando lui era piccolo, che quella era una buona terra!
Ma lui da bravo contadino testardo, voleva fare sempre di testa sua!
Non aveva curato per niente il campo del nonno alla sua morte, e si era occupato solo del suo bravo orticello!
 Ma purtroppo per lui, con scarsi risultati!
Ma sapeva bene il contadino Tobia, che quando suo nonno era vivo, e curava il suo terreno con amore ,gli portava sempre  dei buoni frutti ,che lui molte volte prendeva dal cesto e li mangiava  gustandoli, tanto erano buoni e saporiti !
Si avrebbe seminato nel campetto del nonno, sulla buona terra,
 e cosi fece!
 E il seme  crebbe, e portò dei buoni frutti saporiti, mele ,pere ,fichi e   pesche dai profumi che riempivano l’aria  ,e dai colori vivaci in quel cesto pieno di buoni frutti, che sembrava un quadro d’autore!
 La buona terra aveva ricevuto il buon seme e aveva portato dei buoni frutti!
                                               --------------
Così è  la Parola di Dio.
 Il cuore che la riceve e come la terra del seminatore della parabola.
 Il seminatore semina la parola.
 Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la parola; ma quando l'ascoltano, subito viene satana, e porta via la parola seminata in loro.  
 Similmente quelli che ricevono il seme sulle pietre sono coloro che, quando ascoltano la parola, subito l'accolgono con gioia,  ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della parola, subito si abbattono.
 Altri sono quelli che ricevono il seme tra le spine: sono coloro che hanno ascoltato la parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e l'inganno della ricchezza e tutte le altre bramosie, soffocano la parola e questa rimane senza frutto.
 Quelli poi che ricevono il seme su un terreno buono, sono coloro che ascoltano la parola, l'accolgono e portano frutto nella misura chi del trenta, chi del sessanta, chi del cento per uno.



mercoledì 13 aprile 2016

scelti per voi.

Proverbi - Capitolo 2 

La Sapienza contro le cattive compagnie

[1]Figlio mio, se tu accoglierai le mie parole
e custodirai in te i miei precetti,
[2]tendendo il tuo orecchio alla sapienza,
inclinando il tuo cuore alla prudenza,
[3]se appunto invocherai l'intelligenza
e chiamerai la saggezza,
[4]se la ricercherai come l'argento
e per essa scaverai come per i tesori,
[5]allora comprenderai il timore del Signore
e troverai la scienza di Dio,
[6]perché il Signore dà la sapienza,
dalla sua bocca esce scienza e prudenza.
[7]Egli riserva ai giusti la sua protezione,
è scudo a coloro che agiscono con rettitudine,
[8]vegliando sui sentieri della giustizia
e custodendo le vie dei suoi amici.
[9]Allora comprenderai l'equità e la giustizia,
e la rettitudine con tutte le vie del bene,
[10]perché la sapienza entrerà nel tuo cuore
e la scienza delizierà il tuo animo.
[11]La riflessione ti custodirà
e l'intelligenza veglierà su di te,
[12]per salvarti dalla via del male,
dall'uomo che parla di propositi perversi,
[13]da coloro che abbandonano i retti sentieri
per camminare nelle vie delle tenebre,
[14]che godono nel fare il male,
gioiscono dei loro propositi perversi;
[15]i cui sentieri sono tortuosi
e le cui strade sono oblique,
[16]per salvarti dalla donna straniera,
dalla forestiera che ha parole seducenti,
[17]che abbandona il compagno della sua giovinezza
e dimentica l'alleanza con il suo Dio.
[18]La sua casa conduce verso la morte
e verso il regno delle ombre i suoi sentieri.
[19]Quanti vanno da lei non fanno ritorno,
non raggiungono i sentieri della vita.
[20]Per questo tu camminerai sulla strada dei buoni
e ti atterrai ai sentieri dei giusti,
[21]perché gli uomini retti abiteranno nel paese
e gli integri vi resteranno,
[22]ma i malvagi saranno sterminati dalla terra,
gli infedeli ne saranno strappati.

martedì 12 aprile 2016

Betsabea


Betsabea



 La Bibbia ci racconta nel libro di Samuele  che un giorno il re David, non riuscendo a dormire passeggiava sulla sua terrazza nel tardo pomeriggio.
Quando a un tratto i suoi occhi si posano sulla terrazza del palazzo di fronte alla sua Reggia.
E vede Betsabea una bellissima donna che sta facendo il bagno.
Anche se dopo re Davide viene a conoscenza che la donna è la moglie di un suo capitano delle guardie, Uria,uno dei suoi soldati impegnati in guerra Davide si invaghisce di lei.
, la invita a casa sua ed ha una relazione con lei.
Betsabea rimane incinta ed informa del fatto il re.
 David escogita un piano per liberarsi di Uria,lo richiama il marito dalla guerra perché egli dorma con la propria moglie, ma Uria si rifiuta di dormire a casa propria.
 Il re allora decide diversamente e comanda allora a un suo generale di sferrare un attacco e di far mettere Uria in prima fila.
Il generale ubbidisce e Uria muore durante quest'attacco.
 Così Davide resta libero di prendere in moglie Betsabea.


                                                       ------------
                                               

Re Davide non riusciva a dormire quel pomeriggio nella sua stanza reale.
Il caldo infuocato del giorno, aveva reso le mura della reggia  come una fornace!
Davide si girava e rigirava nel suo letto per il riposo pomeridiano, ma tutto era inutile.
Il grande caldo, le notizie non proprie buone della guerra contro Ammon che gli giungono dai suoi capitani in battaglia, primo fra tutti il suo comandate in capo Uria, e altri problemi del suo Regno ,quel pomeriggio lo tenevano sveglio e inquieto.
Davide si alzò dal suo letto regale si asciugò la fronte madido di sudore, beve un pò di acqua fresca dalla sua caraffa  ed esce sulla terrazza per prendere un poco d’aria fresca nel tardo pomeriggio.
Il sole Di Gerusalemme stava ancora alto all’orizzonte è sembrava che quel  pomeriggio non volesse più tramontare per dare un poco di refrigerio alla città!
Davide passeggiava sulla sua terrazza inquieto mentre i suoi pensieri erano rivolti ai suoi uomini in battaglia e alle notizie che gli mandava Ioab,il capo del suo esercito sull’esito dei combattimenti contro gli Ammoniti e l’assedio della città di Rabba. 

Quando tutto a un tratto gli occhi di Re Davide si posero sulla terrazza del palazzo di fronte al suo, e vide una bellissima donna di nome Betsabea moglie di un suo valoroso comandante Uria, in guerra per Israele, che faceva il bagno sulla terrazza.
Davide rimase colpito da tanta bellezza e grazia di questa meravigliosa donna.
Davide aveva vinto mille battaglie sui  nemici del suo popolo, aveva umiliato l’esercito dei Filistei con la sconfitta del gigante Golia, il suo cuore non tremò davanti al gigante Golia, ma questa volta c’era in lui una altra battaglia più forte ,contro la sua la carne, il suo onore, la passione contro la regalità.

I suoi occhi non potevano distogliersi da quella bellezza che gli era parsa davanti ,,e lui il Re. in quel  momento dimenticò la sua regalità per lasciare il ,posto alla sua passionalità di uomo,è  un desiderio ardente prende il suo cuore , un pensiero impuro gli gira  nella mente, vuole avere quella donna a ogni costo.
Il Re  mandò subito ad informarsi chi fosse quella donna.
 Gli fu riferito: “È Betsabea, moglie di Uria l’Hittita”, tuo fedele soldato.
 Allora Davide, non preoccupandosi affatto che la donna era sposa di un suo valoroso condottiero, mandò dei messaggeri a prenderla
Betsabea conosceva il sesto comandamento di Dio, non commettere adulterio,
e anche Re Davide lo conosceva bene!
Ma si poteva rifiutare l’ordine del  re?
E Davide Re, il Davide uomo giacque con lei! 
Quella notte Uria il comandante stava nella sua tenda a curarsi le ferite delle battaglie e la sua fedeltà al  re Davide era incorruttibile, e il coraggioso capitano mai sarebbe indietreggiato davanti ai nemici della sua terra, era pronto a morire per il suo Re, gli aveva giurato fedeltà!
Quando divenne capitano delle guardie e Davide lo aveva scelto come comandante, Uria fece una gran festa a casa sua con tutti gli amici e il parentato, e sua moglie Betsabea era felice per questa sua nomina!
E mentre Uria stava seduto nella sua tenda di battaglia, Betsebea sua moglie e Il suo Re Davide, erano a commettere adulterio nel letto regale.
Un tradimento regale.
Una volta tornata a casa, poco tempo dopo Betsabea si accorse di aspettare un figlio e fece sapere a Davide di essere rimasta incinta di lui.
Allora Davide, preoccupato, escogitò un piano che gli permetteva di scagionarsi dal guaio che aveva causato sperando che il tradimento non fosse scoperto.
 Mandò a chiamare il marito di Betsabea, Uria l’Hittita, dal campo di battaglia e lo invitò a casa. Il soldato orgoglioso dell’invito, si precipitò immediatamente dal suo re.
Arrivato Uria, Davide si informò dell’andamento della guerra, delle sue truppe e infine lo invitò a tornare a casa, da sua moglie.
Sperava che dopo la lunga assenza egli giacesse con lei e così poteva giustificarsi la gravidanza.
“Uria mio prode comandante,” disse Davide
“ i nostri nemici  indietreggiano davanti alla tua spada”
“ mi giungono notizie buone dei tuoi valorosi combattimenti sul campo di battaglia, e  Rabba, la città delle acque, sta per cadere!”

“Mio Signore,” rispose Uria,
“presto la città di Rabba cadrà nelle nostre mani e io  la consegnerò con tutti i suoi beni al mio re!”

“Bravo Uria! ma adesso è tempo che ti riposi un po’ dalla guerra! vai a casa tua da tua moglie e rifocillati dalle tue fatiche, è il tuo Re che te lo comanda!”
Ma Uria non dormi a casa sua
 Uria dormì alla porta del palazzo del re con tutti i servi del suo signore, e non scese a casa sua. 
 E come ciò fu riferito a Davide e gli fu detto: ‘Uria non è sceso a casa sua’, Davide disse ad Uria:
‘Non vieni tu da un lungo viaggio? Perché dunque non sei andato a casa tua?’ 
1Uria rispose a Davide:
 ‘L’arca, Israele e Giuda abitano sotto le tende, Joab mio signore e i suoi servi sono accampati in aperta campagna, e io me n’entrerei in casa mia per mangiare e bere e per dormire con mia moglie? Com’è vero che tu vivi e che vive l’anima tua, io non farò tale cosa!’ 
La mattina seguente, Davide scrisse una lettera a Joab, e gliela mandò per le mani d’Uria. 
 Nella lettera aveva scritto così:
‘Ponete Uria al fronte al nemico, dove più è accesa la mischia; poi ritiratevi da lui, perch’egli resti solo e colpito muoia’. 
Uno cattivo spirito aveva preso la mente di Davide, al suo peccato di avere preso la moglie di un suo fedele soldato, adesso si aggiungeva quello di  fare uccidere il marito di Batsabea , un suo soldato fedele, e diede l’ordine ai suoi capitani di mendarlo in battaglia  senza copertura con la speranza che venisse ucciso e di essere libero con la moglie.
Dei cattivi spiriti avevano preso la mente di Davide, l’uomo secondo il cuore di Dio, scelto come  Re d’Israele , dopo che Saul  aveva peccato contro l’Eterno.
Davide secondo il cuore di Dio ,ma anche i Re piangono!
 Quando la moglie di Uria udì che suo marito era morto, lo pianse; 
e finito che ella ebbe il lutto, Davide la mandò a cercare e l’accolse in casa sua.
 Ella divenne sua moglie, e gli partorì un figliuolo.
 Ma quello che Davide aveva fatto dispiacque all’Eterno.
E Dio manda il profeta Nathan a casa sua.
E l’Eterno mandò Nathan a Davide e gli disse:
 ‘V’erano due uomini nella stessa città, uno ricco, e l’altro povero”. 
Il ricco aveva pecore e buoi in grandissimo numero; 
ma il povero non aveva nulla, fuorché una piccola agnellina ch’egli avea comprata e allevata; essa gli era cresciuta in casa insieme ai figliuoli, mangiando il pane di lui, bevendo alla sua coppa e dormendo sul suo seno; ed essa era per lui come una figliuola. 
 Or essendo arrivato un viaggiatore a casa dell’uomo ricco, questi, risparmiando le sue pecore e i suoi buoi, non ne prese per preparare un pasto al viaggiatore ch’era capitato da lui; ma pigliò l’agnella di quel povero uomo, e ne fece delle vivande per colui che gli era venuto in casa’. 
 Allora l’ira di Davide s’accese fortemente contro quell’uomo, e disse a Nathan: ‘Com’è vero che l’Eterno vive, colui che ha fatto questo merita la morte; 
 e pagherà quattro volte il valore dell’agnella, per aver fatto una tal cosa e non aver avuto pietà’. 
 Allora Nathan disse a Davide: ‘Tu sei quell’uomo! Così dice l’Eterno, l’Iddio d’Israele: - Io t’ho unto re d’Israele e t’ho liberato dalle mani di Saul, 
 t’ho dato la casa del tuo signore, e ho messo nelle tue braccia le donne del tuo signore; t’ho dato la casa d’Israele e di Giuda; e, se questo era troppo poco, io v’avrei aggiunto anche dell’altro. 
Perché dunque hai tu disprezzata la parola dell’Eterno, facendo ciò ch’è male agli occhi suoi? Tu hai fatto morire colla spada Uria lo Hitteo, hai preso per tua moglie la moglie sua, e hai ucciso lui con la spada dei figliuoli di Ammon. 
 Or dunque la spada non si allontanerà mai dalla tua casa, perchè tu m’hai disprezzato e hai preso per tua moglie la moglie di Uria lo Hitteo. 
 Così dice l’Eterno: Ecco, io sto per suscitare contro di te la sciagura dalla tua stessa casa, e prenderò le tue mogli sotto i tuoi occhi per darle a un tuo prossimo, che si giacerà con esse in faccia a questo sole; 
 poiché tu l’hai fatto in segreto; ma io farò questo davanti a tutto Israele e in faccia al sole’. 
 Allora Davide disse a Nathan: ‘Ho peccato contro l’Eterno’. E Nathan rispose a Davide: ‘E l’Eterno ha perdonato il tuo peccato; tu non morrai. 
 Nondimeno, siccome facendo così tu hai data ai nemici dell’Eterno ampia occasione di bestemmiare, il figliuolo che t’è nato dovrà morire’. Nathan se ne tornò a casa sua. 
 E l’Eterno colpì il bambino che la moglie di Uria avea partorito a Davide, ed esso cadde gravemente ammalato. 
 Davide quindi fece supplicazioni a Dio per il bambino, e digiunò; poi venne e passò la notte giacendo per terra. 
 Gli anziani della sua casa insistettero presso di lui perch’egli si levasse da terra; ma egli non volle, e rifiutò di prender cibo con essi. 
 Or avvenne che il settimo giorno il bambino morì; e i servi di Davide temevano di fargli sapere che il bambino era morto; poiché dicevano: ‘Ecco, quando il bambino era ancora vivo, noi gli abbiam parlato ed egli non ha dato ascolto alle nostre parole; come faremo ora a dirgli che il bambino è morto?
 Ma Davide, vedendo che i suoi servi bisbigliavano fra loro, comprese che il bambino era morto; e disse ai suoi servi:
 ‘È morto il bambino?’
 Quelli risposero:
 ‘È morto’.”
Dio amava Davide, ma non restò indifferente al suo peccato, e Davide pagò amaramente la colpa del suo tradimento regale.
E nonostante fosse stato unto dal profeta Samuele come re d’Israele, e Davide era secondo il cuore di Dio, e dove molte volte aveva visto la sua mano all’opera in suo aiuto, questo sua disubbidienza gli costò la vita di suo figlio.
Dio è buono ma anche giusto e Dio essendo Santo non può  compromettersi col peccato, da chiunque uomo venga fatto
Punì Adamo il primo uomo, per la sua disubbidienza , distrusse Sodoma e Gomorra per la sua perversione,, distrusse la terra con il diluvio universale a causa dei peccati degli uomini che arrivavano fino agli occhi puri del Signore!
Dio è amore ma anche un giudice giusto a cui bisogna dare conto delle  nostre mancanze.
Ma grazie a Dio che abbiamo un avvocato presso Dio padre, che intercede per i nostri peccati,  Gesù Cristo, seduto alla destra di Dio che intercede per noi, altrimenti  come avremmo potuto scampare al suo giudizio’?

“Egli intercede per noi e ci difende dalle calunnie di Satana in quanto Gesù Cristo è il nostro avvocato presso Dio Padre (Romani 8:34; 1 Giovanni 2:1).

.


sabato 9 aprile 2016

Mary Magdalene

                       
                     
                          Mary Magdalene.

Luca 8,2-

 e certe donne, che erano state guarite da spiriti maligni e da infermità: Maria, detta Maddalena, dalla quale erano usciti sette demoni, “
Il primo giorno della settimana, la mattina presto, Maria di Màgdala va verso la tomba, mentre è ancora buio, e vede che la pietra è stata tolta dall’ingresso. Allora corre da Simon Pietro e dall’altro discepolo, il prediletto di Gesù, e dice:
   – Hanno portato via il Signore dalla tomba e non sappiamo dove l’hanno messo!
   Allora Pietro e l’altro discepolo uscirono e andarono verso la tomba. Andavano tutti e due di corsa, ma l’altro discepolo corse più in fretta di Pietro e arrivò alla tomba per primo. Si chinò a guardare le bende che erano in terra, ma non entrò. Pietro lo seguiva. Arrivò anche lui e entrò nella tomba: guardò le bende in terra e il lenzuolo che prima copriva la testa. Questo non era in terra con le bende, ma stava da una parte, piegato. Poi entrò anche l’altro discepolo che era arrivato per primo alla tomba, vide e credette. Non avevano ancora capito quello che dice la Bibbia, cioè che Gesù doveva risorgere dai morti. Allora Pietro e l’altro discepolo tornarono a casa.
   Maria era rimasta a piangere vicino alla tomba. A un tratto, chinandosi verso il sepolcro, vide due angeli vestiti di bianco. Stavano seduti dove prima c’era il corpo di Gesù, uno dalla parte della testa e uno dalla parte dei piedi.
Gli angeli le dissero:

– Donna, perché piangi?
   Maria rispose:
   – Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno messo.
   Mentre parlava si voltò e vide Gesù in piedi, ma non sapeva che era lui. Gesù le disse:&

   – Perché piangi? Chi cerchi?
   Maria pensò che fosse il giardiniere e gli disse:
   – Signore, se tu l’hai portato via dimmi dove l’hai messo, e io andrò a prenderlo.
   Gesù le disse:
   – Maria!
   Lei subito si voltò e gli disse:
   – Rabbunì! (che in ebraico vuoi dire: Maestro!).
   Gesù le disse:
   – Lasciami, perché io non sono ancora tornato al Padre. Va’ e di’ ai miei fratelli che io torno al Padre mio e vostro, al Dio mio e vostro.
   Allora Maria di Màgdala andò dai discepoli e disse:
 <<Ho visto il Signore!>>
. Poi riferì tutto quel che Gesù le aveva detto.
(Gv 20:1-18, )
La notte per Maria non era stata delle più tranquille!
Gli ultimo avvenimenti successi nella città di Gerusalemme gli avevano sconvolto la vita.
Non era possibile dare una spiegazione logica a tutto quello che aveva visto con i suoi occhi!
La folla di Gerusalemme che solo una settimana prima aveva acclamato Gesù come il Messia, quella stessa folla lo aveva fatto crocifiggere al posto di un ladrone chiamato Barabba.
Una notte insonne quella di Maria!
Fatta di brutti sogni e ombre che la disturbavano nella mente.
Non si poteva mai togliere dagli occhi la visone del Signore sulla croce e i  suoi ultimi istanti di vita!
Quanto aveva pianto Maria ai piedi della croce!
Quante lacrime che avevano bagnato il suolo del Golgota, della crocifissione!
Una terra arida e maledetta da Dio, ma anche una terra di salvezza per l’umanità!
Maria non aveva dormito per niente quella notte infelice e buia, dove il male si era impossessato di quella città che non aveva riconosciuto il tempo in cui il Signore l’aveva visitata!
Le prime luce dell’alba faceva filtrare la sua luce fioca nella stanza di Maria, che di buon’ora si alzò dal letto di lacrime, per andare al sepolcro dove avevano messo Gesù.
Il suo passo non era veloce, la sua mente era piena di tanti pensieri dolorosi, e la sua testa era china per il grande dolore della morte di Gesù, colui che l’aveva liberata dai sette demoni!
Come non ricordarsi di questi spiriti maligni che la tormentavano di giorno e di notte, togliendogli la pace e la vita!
Giorni e notte con la follia nella mente, con pensieri neri come la notte!
Maria odiava tutti, e chiunque le si avvicinasse era per lei un nemico!
Questo era il pensiero che il diavolo che la possedeva gli aveva messo nella mente.!
Ma poi aveva incontrato Gesù, e il Signore ,l’aveva liberate dai sette demoni e fatta rinascere a una nuova vita!
Ma Dio ebbe pieta di lei e la liberò dalle catene del diavolo.

Ora Maria era veramente una donna libera!
Nel suo cuore non c’era più odio ma amore!
 E aveva per il Signore un cuore pieno di ringraziamento e gratitudine.
Ma la sua morte era stata in un certo senso anche la sua morte!
Maria aveva perduto il suo Signore per sempre.
E adesso si sentiva più sola di prima.
Ecco, che Maria giunge con il cuore che piangeva ancora, vicino al sepolcro dove avevano messo il suo Signore.
Maria era titubante, non voleva avvicinarsi molto alla tomba del suo Signore, il dolore era ancora forte in lei, e una nuova emozione forse non l’avrebbe più sorretta!
D’un tratto, la sua profonda mestizia è scossa.
Quello che vede ha dell’incredibile.
“Vede che la pietra è stata tolta dall’ingresso”.
 È frastornata, emozionata, agitata.
 Deve dirlo a qualcuno, subito.
Così corre – sì, stavolta corre – da Pietro e da Giovanni.
 Intanto, correndo, un vortice di pensieri la prende.
Se la tomba è stata violata, se la pietra tolta, devono aver sottratto il suo corpo. Hanno sconvolto ciò che più di tutto dovrebbe rimanere intoccabile.
Lei stessa ne è sconvolta.
 E ai due discepoli Pietro Giovanni porta la grande notizia!
 <<Hanno portato via il Signore dalla tomba>> aggiungendo la sua preoccupazione concitata:
<<E non sappiamo dove l’hanno messo!>>
Questo proprio no! Gridò Pietro!
Adesso rubano anche il corpo del Signore dopo tutto quello che gli hanno fatto!
Anche se il Signore gli aveva insegnato ad amare e perdonare i propri nemici,
questa cosa qui non poteva passare inosservata!
Qualcuno aveva violata la tomba del Signore, ed era necessario scoprire chi aveva rubato il corpo di Gesù!
E Pietro e Giovanni corrono verso il sepolcro!
Un vortice di pensieri aleggiava nella mente dei due discepoli,
 <<chi aveva rubato il corpo del Signore, e perché?>>
<<Chi poteva fare una cosa simile? >>
<<A che scopo?>>
<<Forse erano stati gli stessi Romani, su ordine di Pilato che non voleva che le reliquie di Gesù finissero nelle mani dei suoi discepoli e conservati in un altro posto?>>
<<Oppure erano stati i Farisei che non contenti ancora per quello che avevano fatto , avevano rubato di notte  il corpo di Gesù, per dire la parola fine per sempre a quella storia che li avevano messi in profonda crisi?>>
<<O qualche ladruncolo di passaggio, che neppure sapeva chi c’era in quella tomba?>>
Ora i due discepoli hanno controllato, hanno visto le bende e il sudario senza il cadavere. Che possono fare? Nulla.
Se non sentire dentro di loro il dolore vivo della morte di Gesù, e una rabbia verso chi aveva profanato il sepolcro di Gesù.
L’impossibile non era ancora stato rivelato ai loro cuori, la loro mente era ancora occupata
dai tragici avvenimenti degli ultimi giorni della crocifissione di Gesù ,e non ricordavano le parola del Maestro che li aveva avvisati della sua morte e della Resurrezione,
Mc 8,31:
”Gesù cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva molto soffrire ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare.”
Ma il loro cuore, come quello di Maria era ancora pieno di dolore, e i loro occhi pieni di lacrime
Non erano ancora pronti alla grande rivelazione della resurrezione del Cristo.
E Pietro e Giovanni tornano a casa, con mille pensieri che gli girano nella testa,
non così Maria, che rimane vicino al sepolcro.
Che cosa aspettava Maria di vedere in quel momento?
Cosa voleva sentire in quel posto silenzioso rotto solo dal suo pianto?
Quale risposta all’impossibile, ti teneva legata ancora a quel posto, mentre Giovanni e Pietro se ne andarono alle loro case?
Un leggero venticello, si levò in quel momento in quel posto sacro,
tutto era stato calmo fino a quel momento,
ma adesso il vento faceva muovere le foglie degli alberi,
e sembrava che volesse annunciare l’arrivo del Santo d’Israele.
<< Perché piangi? Chi cerchi?>>”
Sembrava che fosse la voce del vento, ma poi Maria con gli occhi velati di lacrime che vedevano appannati, sembra di distinguere una figura ,forse è il giardiniere.
  Ancora non si capacita.
 Ancora non si arrende al fatto che il corpo sia stato trafugato:
“Gli disse:
 <<Signore, se tu l’hai portato via dimmi dove l’hai messo, e io andrò a prenderlo.>>
Maria non ha riconosciuto il verbo!
 I suoi occhi, pieni di pianto, non distinguono.
   <<Maria!>>
  .Ma quella voce che sembra una carezza, quel modo di chiamarla, quella voce, la conosce bene, non tradisce. Il timbro, il tono, il modo in cui la chiama!
 <<Maria!>>
 È a Maria gli venne affidato il grande messaggio di Dio:
 <<Va’ e di’ ai miei fratelli che io torno al Padre mio e vostro, al Dio mio e vostro.>>
  L’incarico di diffondere la notizia più grande del mondo, la più inaudita, la più incredibile!
Dio l’affida a lei.
È lei che ha l’onore di annunciare la resurrezione del Cristo!
   <<Ho visto il Signore! Ho visto il Signore!>>
  Il suo amore era stato più forte della rassegnazione.
 Ora è una donna che deve comunicare la notizia: una donna ha più confidenza con la vita.
E Dio sceglie lei.
 <<Ho visto il Signore!>>
Questo annuncio sarà portato da Maria ai discepoli di Gesù, a tutte le gente, alle contrade e alle città, a tutti gli uomini di buona volontà!
  Dio l’aveva chiamata per nome:
 <<Maria!>>
 In quel momento il suo nome sarebbe stato scritto nella pstoria del cristianesimo,
 la figura .di una donna libera e liberata, che seppe amare Gesù fino alla sua morte, e oltre!
Che non si era mai rassegnata a perdere il suo Signore,
e aveva sempre sperato nell’impossibile,
quello che l’amore rese possibile.