Tobia, il contadino.
Una
delle più belle parabole di Gesù che ci vengono raccontate dagli evangeli si
trova scritto in
Matteo 13:1,9 dove leggiamo:
<<Ecco,
un seminatore uscì a seminare.
Mentre
seminava, una parte del seme cadde lungo la strada ; e gli uccelli vennero e la
mangiarono.
E
un’altra cadde in luoghi rocciosi, dove non c’era molta terra, e subito
germogliò, perché il terreno non era profondo:
ma,
levatosi il sole, fu riarsa e, dato che non aveva radice, si seccò.
E
un’altra cadde tra le spine, e le spine crebbero e la soffocarono.
E
un’altra cadde in buona terra e portò frutto dando, chi il cento, chi il
sessanta ,e chi il trenta per uno.
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ll contadino Tobia, viveva in una piccola casetta
di campagna, situata su una piccola collinetta tutta verdeggiante,
Non era molto grande la casa di Tobia, ma lui ci viveva
bene, era solo e stava insieme alle sue galline, alla sue caprette, pulcini e
maialini, e a lui bastava!
<<Chicchirichì… Chicchirichì….>> cantava
il Gallo Pepito dando la sveglia a tutti quella mattina, e tutte le mattine era
sempre la solita storia!
Il pollaio dove c’era Pepito era separata da una
staccionata da un altro cortile, dove c’erano le caprette e i maialini.
Appollaiato sulla staccionata del cortile in una
posa superba con la sua criniera lucida e colorata, il gallo Pepito non era un
semplice gallo, ma un vero re del suo
pollaio!
E tutte le galline gli giravano intorno!
Quando camminava Pepito, sembrava che danzava, e
quando cantava la mattina sembrava un trombettiere dei bersaglieri!
E nella sua casa Tobia, il nostro amico contadino ,si alzò al terzo canto di Chicchirichì di Pepito, alle prime luce del giorno appena fatto.
Tobia andò nel pollaio a prendere le uova fresche
per farsi una bella frittatina, non
prima di andarsi a lavare la faccia
nella bacinella che aveva nel cortile,
<<Brrrrr.. >> com’era fredda quell’acqua di prima mattina!
E ogni mattina per Tobia era un’avventura lavarsi
con quell’acqua fredda, ma il contadino Tobia era povero e non aveva l'acqua calda in casa!
E così dopo che ha fatto colazione con una
frittatina e una buona tazza di latte caldo preso dalla sua mucca Carolina della sua stalla, Tobia si prepara per andare nei campi a seminare.
.Quella era una giornata particolarmente dura per Tobia,
il nostro contadino.
Doveva andare a seminare il campo in un terreno
arido e duro, sarebbe stata una bella fatica e anche piena di imprevisti!
Tobia si prende un pezzo di pane che aveva fatta
il giorno prima nel suo forno situato nel cortile, un poco di pancetta dal profumo irresistibile,
se li mette nella sacca a tracolla, senza dimenticare un buon fiaschetto di
buon vino della sua vigna, e dopo avere preso i semi, andò per i campi a
seminare.
Ma non sarebbe stata una giornata facile per il
povero Tobia!
Proprio no!
Perché, lì vicino al suo campo, su un albero di Abete,
si erano dati appuntamento la banda dei “Corvi Neri”, per mangiare la semina
che Tobia avrebbe seminato nel suo campo!
Il loro capo “Orvic” della Jugoslavia ,era un
corvaccio tutto nero con degli anelli al becco e una fascia sulla testa che gli
dava un’aria più cattiva ancora!
E quel giorno “Orvic “ e la sua banda di “corvi neri” erano
pronti per dare seri problemi al contadini Tobia!
“Orvic” se ne stava su un ramo dell’albero il più alto
di tutti gli uccellacci neri!
Voleva avere una visuale di tutto il campo di
Tobia, e comunque dimostrare a tutti i corvi ,che lui era il capo indiscusso, e
i suoi ordini non ammettevano repliche!
“Orvic” era pronto a sferrare l’attacco con i suoi seguaci corvi ,ai semi di Tobia!
“Orvic” prende la parola e parla ai suoi uomini ,o
meglio alle sue cornacchie, e dice:
<<conoscete tutti il nostro piano dell’operazione “semi
mangiati”..>>
<<non voglio errori, o lisciamenti di piume! >>
<<appena il contadino Tobia semina il grano,
voi senza perdere tempo, andate tutti giù in picchiata in formazione di sei per
volta, prendete i semi sul campo che ha seminato e li mangiate tutti senza lasciarne nemmeno
uno!>>
<<poi l’altra squadra ,guidata da “corvo black” che
nel frattempo si mette in posizione sul terzo ramo, si butta sui semi rimanenti e li
porta qui, intesi corvi neri?>>
<<Siiiiii>> risposero tutti in coro
gracchiando i corvi !
E così fecero!
Appena il povero contadino seminava nella terra
vangata con tanto sudore, loro i corvacci neri, tutti in formazione aerea da
combattimento , giù in picchiata sui semi che Tobia aveva seminato con tanto
sudore e li mangiarono tutti!
Inutile tutto il da farsi dello sfortunato
contadino Tobia che cercava di mandare
via gli uccellacci neri!
Erano troppi, e il campo era così vasto!
Non ce
l’avrebbe mai fatta a mandarli via tutti quanti!
Non restava che rassegnarsi e guardare con
tristezza quella semina perduta per sempre!
Povero Tobia!
Tanta fatica per niente!
Ma il nostro amico contadino non si scoraggia!
Conosce il suo lavoro,e sa come può essere pieno di
imprevisti!
A volte la pioggia che non cade da mesi e il
terreno è arido.
A volte di pioggia ne cade troppo è il campo diventa
una palude!
Altre volte il sole fa seccare i germogli troppo
presto, e brucia tutto il raccolto!
Insomma il mestiere del contadino non è dei più
semplici|
Ma Tobia ha una idea!
La sua tempra è forte e decide di seminare ancora
nel suo campo!
Ma questa volta non più dove ci sono gli
uccellacci neri, ma in un campo più sicuro e lontano dalla loro vista!
Nel terreno roccioso dove gli uccelli non vanno
volentieri|
Ma Tobia non sapeva che le “rocce”del suo campo
erano in preallarme!
Avevano saputo da una soffiata, che il contadino
sarebbe andato da loro a seminare, e studiarono un piano di difesa!
Il capo “Roccia Dura” tenne una assemblea straordinaria
di tutte le pietre del campo, che in gran numero andarono alla riunione del
loro capo!
E “Roccia Dura” disse:
<<Amici rocciosi, oggi e un gran giorno per
noi! >>
<<quell’antipatico di Tobia , che non si è
mai curato di noi, lasciandoci tra le erbacce, sotto le intemperie, al caldo, al
freddo, sotto la neve, sta per venire dalle nostre parte per seminare vicino a
noi!>>
<<ma noi non glielo permetteremo mai!>>
.<<Si!.. Bravo!.. via Tobia dal nostro
territorio!.. abbasso il contadino Tobia!.. via dal nostro campo!..>>
così gridavano le rocce!
E il povero Tobia, non sapendo quello che lo aspettava,
andò a seminare vicino alla rocce, ma poverino, il terreno roccioso
non aveva molta terra,e i semi non presero radici!
E c’era una congiura contro di lui!
Ma che importava, gli uccellaci neri in quel posto
non sarebbero mai andati!
E infatti il seme subito germogliò per la gioia
del nostro contadino!
Adesso si
che quel terreno era germogliato come
voleva lui!
Bello e rigoglioso, e
presto avrebbe portato dei buoni frutti !
Ma il giorno dopo, come il sole si alzò, fu riarsa
e poichè non aveva molto radice si seccò!
La ” banda delle rocce” festeggiò fino a sera per
la vittoria avuta sul contadino Tobia!
Chiunque di noi al suo posto, il minimo che
avremmo fatto è cambiare mestiere!
Fare Il
contadino non era proprio un lavoro facile, tanta fatica per niente!
Ma non così il nostro contadino della parabola!
Lui non conosce ostacoli e che fa?
Ma naturalmente semina di nuovo!
L’esperienza dei suoi due precedenti fallimenti lo avrebbe aiutato è questa volta
non sarebbe caduto più negli stessi errori!
E via di nuovo a seminare, non più in un campo libero
per la gioia degli uccellacci neri, e nemmeno sui luoghi rocciosi, dove la poca
terra non faceva mettere radici e la semina si seccava al primo sorgere del
sole!
No, questa volta il contadino Tobia sapeva bene
cosa fare!
Seminare tra le spine!
Lì, in quel posto gli uccelli neri non sarebbero mai potuto andare!
E nemmeno c’era la” banda delle rocce” ,quello non era un
posto per loro!
Ma le spine, con una loro spina, anzi,, con una
loro spia, seppero dell’intenzione di Tobia di andare a seminare tra loro ,e
c’era un gran fermento tra i roveti!
Il loro leader “Spinoso Pungente”, era molto
arrabbiato per questo fatto!
Come si permetteva Tobia di andare a seminare nei
loro spazio?
Prima, aveva avuto l’idea di seminare in un campo
aperto ma aveva avuto la batosta dagli uccelli , "i corvi neri", guidati dal loro capo "Orvic"che mangiarono
tutta la sua semenza!
Poi aveva avuto l’impudenza di andare nel campo
della “banda dei Rocciosi” e anche lì ne era uscito alquanto malconcio con la
sua semenza che ha fatto una brutta fine!
E adesso aveva il coraggio di andare a seminare
tra i loro spazi spinosi, dove nessuno mai era andato senza uscirne punto e
dolorante!
Ma le spine,al caro Tobia, glielo avrebbero
fatto capire loro,di quale pasta erano fatti e
di cosa erano capaci!
Ancora non conoscevano quando erano puntigliosi e
pungenti, quando si trattava di difendere il loro territorio!
E come Tobia seminò di nuovo, le spine crebbero e
tutti insieme come un solo uomo, o meglio, come una sola spina, soffocano la
semenza del povero contadino!
Erano tanti e bene organizzati,con le loro spine che sembravano lance di soldati schierati in battaglia, e non diedero
scampo alla povera semenza di Tobia, che circondata dalle spine, morì!
Una grande vittoria ebbero le spine quel giorno, e
tutti i roveti festeggiarono fino all’alba!
E adesso, direte voi?
Sicuramente preso dallo scoraggiamento questo
bravo seminatore andò via portandosi dietro baracche e burattini!
Ma non fu cosi!
Lui era un contadino dalla testa dura, e non si
abbattè per cosi poco!
E semina di nuovo!
Non più in un
campo aperto dove gli uccellacci neri mangiano la buona semenza, non più
tra le rocce, dove le poche radici facevano seccare tutto,
non più tra le spine ,che sembravano delle piovre
intorno alla sua semenza!
Ma nel
piccolo campo di suo nonno Alberto, che glielo aveva lasciato in eredità,
quando lui morì!
Lì c’era della buona terra!
Il nonno
glielo diceva sempre, quando lui era piccolo, che quella era una buona terra!
Ma lui da bravo contadino testardo, voleva fare
sempre di testa sua!
Non aveva curato per niente il campo del nonno
alla sua morte, e si era occupato solo del suo bravo orticello!
Ma
purtroppo per lui, con scarsi risultati!
Ma sapeva bene il contadino Tobia, che quando suo
nonno era vivo, e curava il suo terreno con amore ,gli portava sempre dei buoni frutti ,che lui molte volte
prendeva dal cesto e li mangiava
gustandoli, tanto erano buoni e saporiti !
Si avrebbe seminato nel campetto del nonno, sulla
buona terra,
e cosi
fece!
E il
seme crebbe, e portò dei buoni frutti
saporiti, mele ,pere ,fichi e pesche
dai profumi che riempivano l’aria ,e dai
colori vivaci in quel cesto pieno di buoni frutti, che sembrava un quadro
d’autore!
La buona
terra aveva ricevuto il buon seme e aveva portato dei buoni frutti!
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Così è la
Parola di Dio.
Il cuore
che la riceve e come la terra del seminatore della parabola.
Il
seminatore semina la parola.
Quelli
lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la parola; ma quando
l'ascoltano, subito viene satana, e porta via la parola seminata in loro.
Similmente
quelli che ricevono il seme sulle pietre sono coloro che, quando ascoltano la
parola, subito l'accolgono con gioia, ma
non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di
qualche tribolazione o persecuzione a causa della parola, subito si abbattono.
Altri
sono quelli che ricevono il seme tra le spine: sono coloro che hanno ascoltato
la parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e
l'inganno della ricchezza e tutte le altre bramosie, soffocano la parola e
questa rimane senza frutto.
Quelli
poi che ricevono il seme su un terreno buono, sono coloro che ascoltano la
parola, l'accolgono e portano frutto nella misura chi del trenta, chi del
sessanta, chi del cento per uno.